Le parti del corpo

Le parti del corpo Ripassa i nomi con le immagini qui sotto. Ed ora un esercizio per memorizzare. Fai un click sul link sotto. esercizio

La ricetta dello gnocco fritto

Gnocco fritto Ecco la lista degli ingredienti per preparare lo gnocco fritto Esercizio. Rispondi alle domande. Cosa bisogna aggiungere al lievito di birra sbriciolato? Su che cosa vengono impastati meglio gli ingredienti? Cosa si pratica sulla superficie dell’impasto? A quanti gradi bisogna portare l’olio d’oliva per friggere? Esercizio. Metti in ordine i paragrafi. Ascolta di nuovo e verifica il corretto ordine dei paragrafi. Ora, lo copriamo un attimo, aggiungiamo lo strutto e la restante acqua tiepida nella quale ho disciolto il sale. Ora non ci resta che impastare tutti gli ingredienti e raggrupparli, dopodiché continueremo ad impastare meglio sulla spianatoia, magari leggermente infarinata per dare, appunto, al nostro impasto una consistenza liscia ed omogenea. Ed eccoci pronti per friggere, come vedete sulla mia sinistra ho steso la sfoglia in modo molto sottile e ho ricavato dei rombi che hanno un lato di circa otto o dieci centimetri, ma voi potete optare anche, se preferite, per dei rettangoli. A questo punto in un tegame alto e stretto mettiamo l’olio d’oliva e portiamolo a 180, 190 gradi, dopodiché possiamo cominciare a friggere la nostra pasta. Mettiamo all’interno del tegame un … tre, quattro pezzi alla volta, non di più. Lasciamoli gonfiare, dopodiché li gireremo e li faremo dorare su entrambi i lati. Ed ecco il nostro bellissimo vassoio di gnocchi fritti, ne verranno con questa dose circa una cinquantina. Voi non dovete fare altro, quindi, quando arrivano a tavola che aprirli, come potete vedere, con un coltello, ma anche con le mani e farcirli come più vi piace, con gli affettati che più preferite o con i formaggi sia affettati che anche molli da spalmare, quindi è come mangiare un ottimo panino. Da Sonia di Giallo Zafferano un saluto e alla prossima video ricetta Per prima cosa sbriciolate il lievito di birra in una ciotola, aggiungete il cucchiaino di zucchero e prelevate 50 ml di acqua tiepida da quella totale. Aggiungetela all’interno del lievito, mescolate un attimo per sciogliere i grumi, dopo di che aggiungeremo un paio di cucchiaiate di farina. Mischiamo il tutto fino ad ottenere una pappetta diciamo abbastanza morbida che lasceremo riposare per una mezz’oretta. In questa ciotola, dove c’era appunto la nostra farina, ho praticato una conca nel centro e c’ho versato il composto di lievito che avevo precedentemente  preparato. Ed eccoci giunti alla consistenza buona, prendiamo quindi la ciotola, quella che abbiamo utilizzato prima per la farina, poniamo l’impasto al centro e pratichiamo sulla superficie una croce, un taglio a croce. A questo punto possiamo coprire la bacinella con la pellicola trasparente e far lievitare l’impasto almeno tre quattro ore in un luogo che abbia una temperatura compresa tra i 25 e i 30 gradi. Ed ecco che il nostro impasto è pronto, ora non ci resta che toglierlo dalla ciotola e trasferirlo su una spianatoia leggermente infarinata … ecco … a questo punto lo lavoreremo per qualche istante di nuovo e poi stenderemo una sfoglia sottile dello spessore di circa due o tre millimetri. Testo dell'ascolto. Per prima cosa sbriciolate il lievito di birra in una ciotola, aggiungete il cucchiaino di zucchero e prelevate 50 ml (millilitri) di acqua tiepida da quella totale. Aggiungetela all’interno del lievito, mescolate un attimo per sciogliere i grumi, dopo di che aggiungeremo un paio di cucchiaiate di farina. Mischiamo il tutto fino ad ottenere una pappetta diciamo abbastanza morbida che lasceremo riposare per una mezz’oretta. In questa ciotola, dove c’era appunto la nostra farina, ho praticato una conca nel centro e c’ho versato il composto di lievito che avevo precedentemente  preparato. Ora, lo copriamo un attimo, aggiungiamo lo strutto e la restante acqua tiepida nella quale ho disciolto il sale. Ora non ci resta che impastare tutti gli ingredienti e raggrupparli, dopodiché continueremo ad impastare meglio sulla spianatoia, magari leggermente infarinata per dare, appunto, al nostro impasto una consistenza liscia ed omogenea. Ed eccoci giunti alla consistenza buona, prendiamo quindi la ciotola, quella che abbiamo utilizzato prima per la farina, poniamo l’impasto al centro e pratichiamo sulla superficie una croce, un taglio a croce. A questo punto possiamo coprire la bacinella con la pellicola trasparente e fare lievitare l’impasto almeno tre quattro ore in un luogo che abbia una temperatura compresa tra i 25 e i 30 gradi. Ed ecco che il nostro impasto è pronto, ora non ci resta che toglierlo dalla ciotola e trasferirlo su una spianatoia leggermente infarinata … ecco … a questo punto lo lavoreremo per qualche istante di nuovo e poi stenderemo una sfoglia sottile dello spessore di circa due o tre millimetri. Ed eccoci pronti per friggere, come vedete sulla mia sinistra ho steso la sfoglia in modo molto sottile e ho ricavato dei rombi che hanno un lato di circa otto o dieci centimetri, ma voi potete optare anche, se preferite, per dei rettangoli. A questo punto in un tegame alto e stretto mettiamo l’olio d’oliva e portiamolo a 180, 190 gradi, dopodiché possiamo cominciare a friggere la nostra pasta. Mettiamo all’interno del tegame un … tre, quattro pezzi alla volta, non di più. Lasciamoli gonfiare, dopodiché li gireremo e li faremo dorare su entrambi i lati. Ed ecco il nostro bellissimo vassoio di gnocchi fritti, ne verranno con questa dose circa una cinquantina. Voi non dovete fare altro, quindi, quando arrivano a tavola che aprirli, come potete vedere, con un coltello, ma anche con le mani e farcirli come più vi piace, con gli affettati che più preferite o con i formaggi sia affettati che anche molli da spalmare, quindi è come mangiare un ottimo panino. Da Sonia di Giallo Zafferano un saluto e alla prossima video ricetta

La Rocchetta Mattei. Video

"La Rocchetta Mattei è un vero capolavoro di architettura fantastica, è una favola di pietra voluta dal conte Enrico Mattei." "The Rocchetta Mattei is a fantastic architectural masterpiece, it is a stone marvel commissioned by Count Cesare Mattei."

Il congiuntivo non va in vacanza. Video con ascolto.

Hapax Film ha il piacere di presentarvi "Il congiuntivo non va in vacanza" video di sensibilizzazione a favore del modo verbale che più di tutti ormai sta cadendo in disuso nel parlato comune. Testo Fede: “Guarda io non capisco perché quando fuori nevica la gente deve intasarmi la bacheca di posts sulla neve.” Tommi: “Lascia perdere Fe’ che io ho preferito darmi alla lettura acculturata perché se non stai lì a leggere tutti quei post, va là …” Fede: “No, ma perché non lo vediamo che fuori nevica? Scusa … devono scrivercelo tutti per sicurezza? Cioè non abbiamo più niente di interessante da dirci allora.” Tommi: “Guarda lascia perdere vabbè dai … smettiamola di parlare che non ne ho voglia. Ma alla fine vieni alla mia partita domani?” Fede: “No, guarda Tommi io non ce la faccio mi dispiace devo … devo studiare un casino.” Tommi: “Ma come no dai, me l’avevi promesso!” Fede: “No Tommi mi dispiace, non ce la faccio, non posso.” Tommi: “Cioè ma dai … però io pensavo che venivi.” Soldato 1: “Tu, tienilo sotto tiro! Nel nome della lingua italiana la dichiaro in arresto! Hai il diritto di rimanere in silenzio, tutto ciò che dirai potrà essere usato contro di te in tribunale!” Tommi: “Ma perché? Che cosa ho fatto?” Soldato 2: “Come che cosa hai fatto?” Soldato 1: “Calmo soldato.” Soldato 2: “Signor sì, signore!” Soldato 1: “Tu, hai la minima idea di cosa sia un congiuntivo?” Tommi: “Non so assolutamente di cosa tu stai parlando.” Soldato 1: “E’ molto peggio di quanto pensassimo. Soldato! Scrivi la frase incriminata sulla lavagna.” Soldato 3: “Signor sì, signore!” Soldato 1: “Adesso lo riconosci il tuo errore? Cosa? Soldato spiega l’errore a questo pezzo di idiota.” Soldato 3: “Signor sì, signore! Luce prego. Come potete notare la subordinata è di tipo oggettivo, ecco perché è inappropriato utilizzare l’imperfetto indicativo. Il modo corretto è quello congiuntivo.” Soldato 1: “Ora comprendi? Comprendi il problema? Le parole sono importanti, i congiuntivi stanno morendo, uccisi da ignoranti della tua portata. L’errore non è più ammesso.” Tommi: “Sì, mi rendo conto. Ora comincio a ricordare, prima che smettessi di leggere e cominciassi a guardare la televisione e a stare sempre su internet, prima di “Cento vetrine”, “Forum”, prima di “Uomini e donne”, prima di Facebook e di Ask io usavo quel modo verbale! Io ho sbagliato, non mi merito di stare qua, non mi merito di essere libero, portatemi via!” Soldato 1: “Queste parole ti hanno appena reso tale. Mi sembri un bravo ragazzo, per questa volta ti perdono. Il nostro lavoro qui è terminato. Andiamo ragazzi.” Fede: “Scusatelo, mi dispiace davvero … è che non sapeva si scriveva così!” Soldato 1: “Portateli via!”

Rosina, Il barbiere di Siviglia

Oggi parliamo di una donna dell’800!

Rosina, chi è? E’ la protagonista de “Il barbiere di Siviglia” un’opera di Gioacchino Rossini, su libretto di Cesare Sterbini. L’opera è in scena in questi giorni al Teatro Comunale di Bologna